A dispetto di quanto mostratoci nelle molteplici fiere di settore, ci appare chiaro come il clima verso la tecnologia di industria 4.0 sia tutt'altro che sereno e gli strumenti non siano affatto i benvenuti all'interno delle aziende artigiane italiane. Ma perché c'è questo scollamento tra l'offerta ed il cuore pulsante del settore?
Partiamo intanto con introdurre l'industria 4.0. Di cosa si tratta? Rappresenta una rivoluzione che ha avuto inizio in Germania nel 2011, basata sull'interconnessione delle macchine, dei sistemi e dei prodotti, sostenibili grazie alla digitalizzazione di tutti i processi produttivi.
Punto di partenza dovrebbe essere, quindi, visti i processi già in essere da digitalizzare, quello che viene chiamato IoT (Internet of Things), ovvero l'Internet delle Cose, inteso di fatto come la trasposizione in una rete internet di qualsiasi tipo di processo, anche se dapprima solo analogico.
Per quanto riguarda la metalmeccanica, ciò potrebbe voler dire il collegamento alla rete di macchine di diversa età, con interventi di tecnici esterni, spesso e volentieri con necessità di farli interfacciare con altri tecnici softwaristi di gestionali aziendali convenzionali.
Tali software, nella maggior parte dei casi, hanno un costo decisamente elevato, e benché sia una spesa teoricamente giustificata dall'utilizzo necessario che occorre farne in azienda, talvolta si tratta anche di infrastrutture generiche: consideriamo per esempio l'intelaiatura di una casa in cemento armato e figuriamoci che ci siano inizialmente soltanto funzionalità base studiate per essere, in via teorica, utilizzate dalla maggior parte delle aziende.
A queste poi, andranno aggiunte idealmente suddivisione degli spazi o finiture o arredamenti, ovvero le esigenze specifiche della singola azienda.
In particolare, per sviluppare queste ultime aree occorreranno diverse ore di interfacciamento con l'azienda ed ulteriori costi, che si andranno a sommare con il già cospicuo costo del pacchetto base di partenza.
Dopo un lungo percorso di digitalizzazione, poi, si dovrebbe essere in grado di raccogliere tutti i dati del processo. Ed è qui che compare il problema maggiore: il capitale umano.
Chi farà l'analisi di tutti questi dati? Chi sarà a decriptare tutte le informazioni derivanti dalla raccolta, resa possibile dall'IoT, ed a condurre miglioramenti in azienda?
La sfida di trovare e formare lavoratori specializzati è una costante per i manager e proprietari delle pmi della metalmeccanica italiana. Ed essi sanno molto bene quanto sia difficile avviare, condurre e concludere positivamente una campagna di recruiting che trovi soddisfatte tutte le condizioni richieste in partenza per le nuove risorse aziendali.
Tutto ciò, in secondo luogo, spesso non fa che distogliere l'attenzione da un'altra importante tematica, ovvero la preparazione dei manager aziendali e la loro cura dell'organizzazione aziendale.
L'acquisto e la gestione di macchine di ultima generazione, permesse dai vari iper-ammortamenti, evidenzia molto chiaramente lo scollamento tra le promesse della tecnologia e l'inadeguatezza della risposta delle organizzazioni interne. Soprattutto, è ormai comune la sensazione di sfruttare solamente per una piccola percentuale le potenzialità dei macchinari e troppo spesso questo viene addebitato solamente alla scarsa formazione degli operatori.
In buona sostanza, la "digitalizzazione a prescindere" appare molto conveniente quando tutte le condizioni a contorno sono, quanto meno, controllate e verificate periodicamente. Al contrario, apportarle perché, per esempio, motivati da condizioni economiche vantaggiose, potrebbe facilmente portare all'incremento di problemi di gestione dei reparti e la saturazione delle competenze in officina, con conseguente clima di frustrazione da imputare al lungo periodo di tempo necessario per tutte queste implementazioni.
Attenzione a questi aspetti critici, sopratutto in fiera, davanti a prodotti di robotica avanzata, intelligenza artificiale od, addirittura, realtà aumentata. Stiamo già saggiando gli effetti di queste tecnologie sulla vita comune e, se concordiamo sull'accostamento del metalmeccanico ad una figura artigiana da preservare, dovremmo quanto meno riflettere sulle loro applicazioni. Sopratutto nell'attuale tessuto metalmeccanico italiano.
Saremmo curiosi di sapere cosa ne pensate.
Ad ogni modo, al prossimo appuntamento.